mercoledì 19 agosto 2020

Presentazione


La mia collezione di Enunciati tecnico-forensi, presentati in questa pubblicazione, ha come obiettivo quello di analizzare e scandagliare, i limiti del sapere, secondo varie sfaccettature, nei campi della matematica, della scienza, della tecnica, della storia e della psicologia, in alcuni casi analizzandone, in chiave forense, le possibilità e le impossibilità.



L'impostazione del lavoro è matematico-filosofica ed i testi si propongono, in maniera divergente, di porre domande al lettore, sui diversi argomenti analizzati, ed, alcuni casi, di dare risposte chiare su alcune tematiche astratte, o di proporne, a riguardo, teorie ed enunciati.


Nicolò Vignatavan

martedì 9 ottobre 2018

Nicolò Vignatavan - Law of fundamental numbers


"Rimanendo nel settore, allor tra le figure geometriche la sfera prese piede,
dal cuoio d’India ai piedi degli zebrati alunni che sott’alpi han la sede
e, poi, si scoprirà un Pozzo di scienza calcistica, dopo’l Vate, d’alpina fede

che con Meazza, per il doppio oro, al tavolo dei record, or ora, siede."

Vignatavan attraverso la placca europea, atto 4, parte 2.




MATEMATICA: La legge della fondamentalità numerica ed il ruolo del numero 5 come numero perfetto

Law of fundamental numbers.


Nicolò Vignatavan.



The numbers that are, for evidence, the fundamental reality are, geometrically, the first 5, because, places like divergence of a central well, contain thesis(tesi), antithesis(antitesi), synthesis(sintesi), squareness(quadrita') and roundness(rotondita'). After 5, the numbers contain repetitions of these features, so they are no more fundamental.
(On the contrary of square, the figure of pentagon expresses roundness because, outdistanding infinitesimally it from our eyes, we see that it seems a circle, while the square remains the same.)

Illustrative example: take the number 8 and see it in points as a divergence of a central well. We see immediately that it has the characteristics of uniquenes(unicita'), duality(dualita'), triangularity(triangolarita'), squareness(quadrita') and roundness(rotondita'), not others.




I numeri fondamentali, per evidenza, risultano i primi cinque, poichè, rappresentati graficamente come divergenza ordinata di una sorgente centrale, contengono la tesi, l'antitesi, la sintesi, la quadrità e la rotondità.








Dopo il numero 5, tutti i numeri contengono solo ripetizioni di queste caratteristiche appena descritte.




Prendiamo, per esempio, il numero 8 e rappresentiamolo in punti come divergenza estesa di una sorgente centrale.
Constatiamo, immediatamente, che esso possiede le caratteristiche di unicità, dualità, triangolarità, quadrità e rotondità, NON ALTRE.







(A differenza del quadrato, la figura del pentagono determina la rotondità, poichè, allontanandola dai nostri occhi infinitesimamente, essa tende a ridursi ad un cerchio, mentre il quadrato rimane sempre se stesso.)




In questo senso si può enunciare come il 5 sia un numero,se non IL numero perfetto.





Il discorso viene approfondito ed analizzato da un altro punto di vista nella mia pubblicazione su "una nuova definizione di punto", disponibile al seguente link: 

Nicolò Vignatavan - Technical elementary identity


MATEMATICA: L'Identità elementare della Tecnica



Nicolò Vignatavan.




Technical elementary identity.


Through the use of the properties, in order, associative(associativa) or distributive(distributiva) and commutative(commutativa), happens, for evidence, the transition from Plurality(Pluralita') to Identity(Identita'). Reduction of a plurality of different elements for hypothesis to an identity of an element with itself.


Attraverso l'utilizzo delle proprietà, in ordine, associativa o distributiva, e commutativa, avviene, per evidenza, il passaggio dalla pluralità all'identità e, dunque, si giustifica il ruolo razionalizzante della geometria che concorre allo sviluppo della Tecnica.









Questo passaggio è esemplificato, in maniera perfetta, dal calcolo del determinante di una matrice che, in geometria, traduce la pluralità in identità.



Definizione di "Tecnica"


La Tecnica, di cui le espressioni più vive sono la geometria, l'architettura tecnica e l'estimo applicato ai materiali, è determinata da una relazione A = A, per cui il soggetto che si applica per studiare un oggetto, mediante un processo tecnico, come per esempio un disegno in sezione, una planimetria o un calcolo di un momento di una trave, coincide con quello che sta analizzando. Se A è il soggetto e B, C, D +oo sono gli oggetti, per mezzo della tecnica, A diventa soggetto-oggetto.





Questo discorso viene ripreso ed approfondito nel mio trattato "Schema e/o Verbo", nella sezione relativa al ruolo della Tecnica nella società, disponibile al seguente link:


Nicolò Vignatavan - INSIGNUM et EXSIGNO (ESP, FR, ENG, ITA)

APPRENDIMENTO - TEACHING: A new etymological definition of "teaching"


Nicolò Vignatavan


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(ENG)

Teaching has been, is and always will be a key element for society in every historical epoch and latitude since each sector from which it is composed lays the foundations of literacy, education and culture. If the role of a teacher is well known because most have known their teachers since elementary school, the etymology of the word "teaching" is not evident to most people. This word derives from the Latin IN-SIGNUM: "IN" is the prefix indicating movement of place, direction, projection and vector grammatically, otherwise expressed as "from to". "SIGNUM" is a noun of the second declension in the accusative and indicates a sign or signal. From this definition it is evident that teaching is the practice in which a teacher or possessor of knowledge transmits this knowledge to the devoid students who receive it. But, is this really the only meaning offered to us by this word that can fully describe the role of a teacher, or, does turning the perspective upside down give us a new semantic vision? Let us try to replace "IN" with the prefix "EX" which indicates movement of emergence, "to from": from this we obtain a new terminology, EX-SIGNO, an ablative noun which we can interpret as an extrapolation, a pulling out of and a recognition of the signal and the inclination. Working in these terms, we find, in my opinion, the second meaning that underlies the concept of teaching which is complementary to the first and identifies the teacher as that figure able to recognize the pre-existing knowledge in the students and makes it emerge, singular and unique, as it may be. It is therefore necessary to propose a new terminology in this regard: the teaching of a lesson held by a teacher will not be only understood as INSTRUCTION, but also as EXSTRUCTION. Having said that, in conclusion, a good teacher should be able to oscillate between the two positions described above: assessing the level of knowledge by the students in objective terms and according to traditional criteria and, on the other hand, recognizing and bringing out the specific inclination of each one of them and the subjectivity with which they pose in relation to the subject in question.



(ESP)

La enseñanza ha sido, es y siempre será, en cada período histórico y latitud, un elemento fundamental para la sociedad, porque, para cada sector que la compone, establece las bases de la alfabetización, la instrucción y la cultura. Si bien el papel del docente está claramente delineado, sucede lo contrario, para la gran mayoría, con la etimología de la palabra “enseñanza”. Dicho término deriva del latín IN-SIGNUM: “IN” es el prefijo que indica, gramaticalmente, el movimiento hacia un lugar, la dirección, la proyección, el vector, el “de a”. “SIGNUM” es un sustantivo de la segunda declinación en acusativo e indica la señal, el signo y el código que vehicula el conocimiento a direccionar. De esta definición resulta evidente cómo la enseñanza es esa práctica en la que el docente, poseedor del conocimiento, la transmite a los alumnos que, privados de él, la reciben. Pero ¿es este en verdad el único significado que este vocablo nos ofrece para describir, en su totalidad, el papel del docente, o bien, invirtiendo la perspectiva, nos ofrece una nueva visión semántica con relación a él? Intentemos sustituir “IN” por el prefijo “EX”, que indica, en lengua latina, el movimiento desde un lugar, es decir, el movimiento de salida, de subida, de emersión, el “a desde”: obtendremos una nueva terminología, EX-SIGNO, con el sustantivo en ablativo, que podemos interpretar como el extrapolar, el sacar, el reconocer la señal y la inclinación. A mi modo de ver, nos encontramos frente al segundo significado que comprende el concepto de enseñanza, complementario al primero, que identifica al docente como esa figura capaz de reconocer el conocimiento preexistente en los alumnos y sacarlo a la luz, según su inclinación, singular y única. Es necesario, entonces, una nueva terminología al respecto: la clase del docente no se deberá interpretar solamente como ENSEÑANZA, sino también como EXSEÑANZA. Dicho esto, y para terminar, el buen docente debería ser capaz de oscilar entre las dos posiciones descritas anteriormente: por un lado, evaluar el nivel de conocimiento adquirido por los alumnos, en términos objetivos y según criterios tradicionales y, por otra parte, saber reconocer y sacar a luz la inclinación específica de cada uno de esos y la subjetividad con la que se relacionan con la materia en cuestión.



(FR)

L'enseignement était, est et sera toujours, à chaque époque et sous toutes les latitudes, un élément clé de la société, dès lors que, pour chaque secteur dont il est composé, il jette les bases de l'alphabétisation, de l'éducation et de la culture. Si le rôle de l’enseignant est bien connu, l’étymologie du mot "enseignement" ne résulte au contraire pas très claire pour la plupart des gens. Ce mot dérive du latin IN-SIGNUM: "IN" est le préfixe indiquant, grammaticalement, le déplacement vers le lieu, la direction, la projection, le vecteur, "de à". "SIGNUM" est un nom de la deuxième déclinaison de l'accusatif. Il indique le signal, le signe et le code pour acheminer la connaissance. Il ressort clairement de cette définition que l'enseignement est la pratique à travers laquelle l'enseignant, détenteur du savoir, la transmet aux élèves qui, en étant exempts, l’intègrent. Mais est-ce vraiment le seul sens offert par ce mot qui puisse décrire dans son intégralité le rôle de l'enseignant, ou bien, en inversant sa perspective, arrive-t-il à nous offrir, à ce sujet, une nouvelle vision sémantique? Essayons de remplacer "IN" par le préfixe "EX", indiquant en latin le mouvement à partir du point de départ, par conséquent le mouvement de sortie, de remontée, d’émersion, le "à de": on en déduit une nouvelle terminologie, EX-SIGNO, avec le substantif en ablatif, que nous pouvons considérer comme extrapolation, reconnaissance du signal et de l’inclinaison. En opérant de cette manière, nous sommes confrontés, à mon avis, au deuxième sens qui sous-tend le concept de l'ENSEIGNEMENT complémentaire au premier, qui identifie l'enseignant comme une personne en mesure de reconnaître le savoir préexistant chez les élèves et de le faire émerger, de manière singulière et unique. Il est donc nécessaire de proposer une nouvelle terminologie: EXSEIGNEMENT. Cela dit, en conclusion, le bon enseignant devrait pouvoir osciller entre les deux positions: il devra d’une part, évaluer le niveau de connaissances acquises par les élèves, de manière objective et selon les critères traditionnels, et d’autre part, savoir reconnaître et faire émerger les aptitudes spécifiques et la subjectivité avec laquelle ils se placent par rapport à la matière prise en compte.





(ITA)

L'insegnamento, l'attività per eccellenza, fondamentale nello sviluppo di qualsiasi processo lavorativo, poichè si attua a diretto contatto con la Conoscenza, a differenza di tutte le altre, deve essere, a mio parere, sviluppata a 360 gradi. L'insegnante - professore è colui il quale dovrebbe essere in grado di cogliere il nesso, la congiunzione e il collegamento con chi lo ascolta e vede, con più persone possibili, oltre ad enucleare e descrivere concetti e procedimenti mentali. L'insegnante deve essere tale come amico, come padre, come professore, come dirigente d'azienda, come politico, come medico, come operaio specializzato, etc.... Egli dovrebbe essere esempio per chi si interfaccia con lui, in ogni luogo e tempo, del desiderio e della soddisfazione che egli ha per il suo lavoro, qualunque esso sia. Egli dovrebbe dar prova, attraverso il suo insegnamento, al suo interlocutore, della rotondità della vita, dal suo punto di vista.

In prima istanza, sosterrei come sul termine "insegnamento" si dovrebbe sviluppare un dibattito, in relazione al suo significato etimologico: sappiamo che, in latino, "In-signum" significhi "segnare dall'esterno all'interno". Tuttavia si potrebbe ribaltare la questione, sostenendo come non sempre l'insegnamento sia un segno che chi segna impone a chi non ha segno.
L'insegnamento, infatti, dovrebbe essere anche la pratica per cui chi insegna riconosce il segno preesistente in colui che sarebbe da segnare e glielo segnala: in questo caso, etimologicamente, si parlerebbe di "ex-segnamento=exsegnamento".
Ragionando in questi termini, il possesso del segno, della docenza, dell'arte di trasferire la conoscenza, non è più proprio di una sola parte, ma risulta il frutto di una compartecipazione della parte attiva e di quella passiva, dell'ascoltante e dell'ascoltato.
Per questo motivo, ritengo che l'attività dell'insegnamento debba essere sviluppata non univocamente, bensì biunivocamente, in un rapporto dialogico bidirezionale segnante-segnato.

L' "in-ex-segnamento", dunque, è quella pratica in cui, non solo il maestro insegna al discepolo, ma, nello stesso tempo, il primo impara dal segno preesistente nel secondo, per cui entrambe le parti risultano, alla fine, più coscienti e conoscenti.

Lo stesso discorso vale per il progetto: l'attività progettuale, che sia finalizzata all'urbanistica, all'edilizia, al design o alla moda, etc., risulta un'attività imprescindibile per l'essere umano, poichè evidenzia a 360° il suo ingegno, la sua creatività, la sua visione del mondo e la sua gettatezza coerente in quest'ultimo (pro-jectum).

Ritengo, generalizzando, che l'ex-in segnamento, unito al pro-getto, che sviluppa la conoscenza più qualitativa e quantitativa sia quello con una IMPOSTAZIONE GEOGRAFICO-STORICA del Tutto.
Il segnato deve riconoscere nel segnante la sua storicità, facendola propria e viceversa (secondo il ragionamento sopra argomentato).
Il segnante non necessariamente dev'essere vivente o vissuto, ma può essere un elemento naturale, fisico e chimico, con la propria storia e che sia in grado di trasmettere testimonianza di Essa.

Qualsiasi pensiero, studio, materia, scienza ed applicazione tecnica ha, alla sua base, nel suo sviluppo e nella sua finalità, una sua evoluzione storica. È lì che l'in-es-segnamento deve soffermarsi.
Se il rapporto segnante-segnato non determina un'emersione storica della verità è come se abortisse la sua funzione.

Tanto più un individuo riesce, con il suo Tempo, a sviluppare una STORIA, in qualità ed in quantità, tanto più egli riesce a cogliere la verità e la felicità e tanto più è in grado di entrare nel cuore delle persone poichè sa riconoscerne le differenti storie ed immedesimarsi: questo è il compito dell'essere umano.



prof. Nicolò Vignatavan

Nicolò Vignatavan - La fortuna di essere nati italiani. Tesi: materialità e spiritualità delle statue del Risorgimento torinese

FILOSOFIA E STORIA: La fortuna di essere nati italiani


Tesi: materialità e spiritualità delle statue del Risorgimento torinese.





Nicolò Vignatavan.



Prefazione:


Se la Storia di una città, di una società e dello stato a cui essa ha dato origine si valuta in base alle opere culturali visibili camminando per le sue strade, piazze e parchi, allora, senza dubbio, si può dire che la storia di Torino e d'Italia ne è uno degli esempi più concreti.
Se, entrando ancor più nel dettaglio, il periodo storico cardine per la nascita e lo sviluppo del Regno d'Italia, di cui Torino è stata protagonista indiscussa, ovvero il Risorgimento, rivive in eterno la sua grandiosità attraverso numerose statue che rappresentano gli uomini di quell'epoca, allora la scultura assurge a ruolo di arte-guida nel proiettarci, nel presente, lo spirito e gli ideali di quei grandi patrioti.
Se, in più, l'Italia è considerata all'unanimità, per tutto il mondo, il Paese della cultura, dell'arte e della bellezza, e se il periodo storico prima citato e' stato la sua culla, non può che risultarci imprescindibile affrontare un viaggio alla scoperta della scultura torinese e dei grandi personaggi in essa rappresentati.



Testo:


La scultura, da sempre, è stata l'arte della corporeità, poichè è stata in grado di proiettare nel presente e nel futuro il corpo, la gestualità e la fisiognomica dei grandi personaggi del passato.
A differenza della pittura, la quale si focalizza maggiormente sul sentimento, sullo sguardo e sui processi psichici relativi ai personaggi rappresentati, la scultura offre un panorama più ampio e completo, poichè recupera le membra degli individui e ce ne dona una rappresentazione a tutto tondo, a 360°, tridimensionale. Essa fonde la materialità di cui è fatta con la spiritualità di cui è portatrice.



ALFIERE SARDO:


Questo concetto è ben espresso alla visione della prima scultura con cui vorrei iniziare il mio percorso, ovvero il monumento all'alfiere sardo in piazza Castello, dinnanzi alla facciata di palazzo Madama.
Opera dello sculture svizzero italiano Vincenzo Vela, fu eretta poco prima dell'unificazione d'Italia quasi a sancirla anticipatamente. Risulta, storicamente, come un omaggio che i milanesi fecero all'esercito piemontese, in attesa e con la speranza di una sconfitta delle truppe austriache.
L'alfiere sardo viene rappresentato con la sciabola sguainata, pronto, in prima linea, per un ipotetico combattimento contro gli austriaci.
La posa è maestosa, la schiena eretta, il petto in fuori, lo sguardo esprime seriosità e sicurezza. Negli occhi si denotano la fierezza e il senso di protezione della patria e della famiglia tipico della cultura e della popolazione sarda. Sappiamo come il grado di alfiere indichi un militare sottoufficiale, sebbene di rango elevato: dunque, si può ipotizzare come egli sia esempio di un soldato-combattente sul campo di battaglia, portatore di stendardo e non di uno stratega, dirigente le milizie dalle retrovie.



VINCENZO GIOBERTI:


Spostandoci a piedi, molto velocemente raggiungiamo piazza Carignano, nella quale, dinnanzi all'omonimo teatro, troviamo una scultura che, indiscutibilmente, ci colpisce per maestosità ed eleganza: è la statua di Vincenzo Gioberti.
Il Gioberti, filosofo, teologo, presbitero e patriota torinese ed italiano, fu il primo presidente della camera dei deputati.
La statua, opera dello scultore Albertoni Giuseppe Varallo, rappresenta il sommo filosofo sabaudo con un libro, probabilmente un suo testo, in mano, con un lungo mantello, un gamba tesa e l'altra allungata e rilassata. I capelli sono relativamente lunghi, il naso aquilino, il mento prominente, lo sguardo diretto verso il basso, la posa nobile.
In lui si coglie la grande spiritualità di cui ha dato prova nella sua esistenza ed una grande armoniosità nelle membra.
Sebbene l'opera sia in marmo di Carrara, a causa di una determinata quantità di ferro presente nella fabbricazione della statua, essa parzialmente è stata soggetta ad ossidazione, dunque a parziale degrado, quindi attualmente non risulta conservata perfettamente.



MASSIMO D'AZEGLIO:


Se Vincenzo Gioberti è stato esempio di cultura filosofica e teologica, si può dire la stessa cosa, in termini però diversi, di un altro grande uomo del Risorgimento torinese: Massimo D'Azeglio.
Egli, a differenza del primo, fu si un patriota e uomo di cultura, poichè pittore, ma, allo stesso tempo, si impegnò anche militarmente per la causa italiana.
Percorrendo le stradine che si intersecano all'interno del parco del Valentino, ecco che ci imbattiamo in una sua rappresentazione sculturea.
L'opera, di Alfonso Balzico, rappresenta il D'Azeglio a braccia conserte e sul basamento sono presenti una spada, una tavolozza ed un libro in mano, le sue tre grandi passioni.
La figura risulta dinoccolata, smilza. Il corpo è magro, gracile. La posa meno fiera di quella del Gioberti, ma meritevole di interesse poichè nello sguardo del patriota si racchiude l'intensità, il sentimento, il romanticismo degno del suo nome.
Il D'Azeglio, così come il Gioberti, da' il suo nome ad uno dei più famosi licei di Torino, nonchè uno dei più antichi.
Narra la leggenda che alcuni studenti del liceo Massimo D'Azeglio, dopo le lezioni, erano soliti sedersi a chiaccherare su una panchina di Corso Re Umberto e che, un pomeriggio, colti dalla noia, decisero di giocare a calcio, come passatempo, in maniera molto informale. Quei ragazzi, poco tempo dopo, fondarono la Juventus, oggi la squadra calcistica più titolata d'Italia.



CAMILLO BENSO CONTE DI CAVOUR:


Liberale, anticlericale, primo presidente del Consiglio dei ministri fino alla sua morte, ha occupato un ruolo chiave in qualità di statista e di politica estera negli albori del neoformato regno d'Italia.
La statua che lo rappresenta, opera dello scultore Duprè, si trova nella cosiddetta Piazza Carlina a Torino ed è associata a bassorilievi che narrano da un lato il congresso di Parigi e dall'altro il ritorno delle truppe sarde dalla guerra di Crimea. La figura è arrotondata, l'aria sembra impacciata, ma avvolta da un alone di magia e mistero.



CESARE BALBO:


Cesare Balbo fu cugino di Massimo D'Azeglio. Scrittore, politico e patriota torinese, si dedicò alle stesura di trattati sulla speranza d'indipendenza italiana e sostenne la necessità di unire la Liguria alla Lombardia. Stimato da Carlo Alberto, federalista, promose una confederazione di principi. Fondò il quotidiano "Il Risorgimento". La statua in suo onore si trova nel giardino denominato "Aiuola Balbo", in via Accademia Albertina, ed e' di Vincenzo Vela. Viene raffigurato seduto, con un lungo mantello e con in mano gli occhiali. A Chieri, città in cui sono anche presenti le sue spoglie, gli si e' intitolato un liceo.



CARLO CATTANEO:


Ho deciso di concludere il mio racconto con l'illustrazione di un'opera che non si trova in Torino o provincia, bensì nel centro di Milano: ho deciso di fare questo strappo alla regola poichè, in fondo, il Risorgimento milanese è collegato a quello torinese, sia per comunanza di finalità, sia perchè Milano, da sempre, metaforicamente, è cugina di Torino ed è, per certi versi, a lei complementare. Se, infatti, oggi, la società torinese conta per la sua produttività e la sua sostanza, ma in certi casi non sa darsi, quella milanese e' dedita al darsi, al marketing di se stessa ed ha una spiccata capacità economica, ma per certi aspetti pecca in produttività e capacità tecnica. Ma queste città, tanto diverse e, paradossalmente, tanto vicine, (la loro distanza e' di circa 170 km), in realtà, proprio nel Risorgimento, trovano la loro comunione di intenti.
Carlo Cattaneo fu un grande patriota, oppositore austriaco nelle 5 giornate di Milano, espressione di una libertà quasi catonica. Liberista, federalista, repubblicano, inizialmente insegnante di grammatica, guidò il governo di guerra milanese contro le truppe austriache. Si oppose con fervenza all'armistizio ed all'entrata nel conflitto delle legioni piemontesi e sabaude sostenendo la forza delle proprie milizie milanesi, portatrici di democraticità. A Torino venne comunque tenuto in grande considerazione e per questo gli si intitolò il nome di un liceo tutt'oggi presente. La statua che lo impersonifica, in bronzo( principalmente rame Cu e stagno Sn), è, tuttavia, soggetta a degrado, per fenomeni di corrosione ed ossidazione. Si notano gli attacchi degradanti degli ossidi di ferro sulla vernice. La postura risulta a tre quarti, il petto all'infuori, le spalle alte, il portamento regale, lo sguardo sobrio, sicuro e gli occhi penetranti. Nella mano destra e' presente un libro, probabilmente un testo del Cattaneo.






Epilogo:


il ponte del Diavolo di Lanzo Canavese, i suoi monumenti e la sua storia, dal Medioevo fino al Risorgimento


(narrazione con intervento di Dome Explorer 2.0)







Conclusione:


Se questi grandi uomini del Risorgimento italiano non fossero esistiti, se il loro cuore, il loro coraggio e la loro mente non fossero stati messi in atto nella giusta modalità e nel momento più congeniale, ora il territorio in cui noi viviamo, che rifuggiamo a volte, ma che sempre ammiriamo, non sarebbe l'Italia.
Se la loro capacità militare, la loro cultura umanistica e il loro sapere politico non fossero stati presenti, oggi vivremmo, probabilmente, in un territorio diviso, in un'Italia che non sarebbe come adesso, sebbene tutte le sue contraddizioni, esempio di sintesi tra poli opposti, di umanità, di ricchezza spirituale e di bellezza.

Nicolò Vignatavan - Storia e tecnica delle polarità del Multiverso / History and technique of the polarities of the Multiverse


ASTRONOMIA: Storia e tecnica delle polarità del Multiverso


History and technique of the polarities of the multiverse

Nicolò Vignatavan.





Enunciato:


As I wrote, on twitter, in "Schema and/or Verb", science can only study phenomena in the immediate, in a convergent in the present.
For this reason, the scientists are wrong to claim that our Via Lattea will collide in the distant future with the Andromeda galaxy, because science is inexact for t = +00.

Moreover, this can not happen because the child can not clash with the mother who has generated him.



Valutando l'intero multiverso, in toto, e sapendo che esso si sta espandendo in maniera divergente, come una sorgente, mi pare importante esprimere queste considerazioni.

Ravvedo una similitudine di polarità magnetiche opposte tra galassie e bracci, pianeti gioviani e terrestri, oriente ed occidente terrestre e donna e uomo.

Se la femminilità è rappresentata dall'alterità, dal nascosto, da ciò che è da scoprire, dall'inconscio, tutto questo non può che essere espresso dall'oriente terrestre, patria filosofica della pacificità, della riflessione e dell'accettazione del darsi dell'essere, dai pianeti gioviani, lontani, freddi e fluidi e dalle galassie infinite, da scoprire e sfuggevoli.

Se la maschilità è rappresentata dalla forza, dalla direzionalità, dalla volontà di potenza, dal fuoco e dall'immediatezza, tutto questo non può che essere espresso dall'occidente terrestre, dai pianeti terrestri, densi, caldi, solidi e dai bracci galattici, che direzionalmente tendono verso l'infinito delle galassie, sfidandole e rincorrendole.

Allo stesso tempo la femminilità rappresenta la componente generativa dell'Essere, la madre che da' ed accoglie la vita grazie ai frutti della sua terra e che, dopo essere stata penetrata dal maschio, gli dona i figli ai quali lui svela cos'è e com'è fatto il mondo.

Se la Russia è espressione dell'oriente e l'Europa-USA è espressione dell'occidente, risulta chiaro il parallelismo: quest'ultima, penetrando la prima (a livello politico: Napoleone vs Alessandro, Hitler vs Stalin), rappresenta chiaramente la maschilità della terra, che si infrange nella femminile Russia, madre terrestre (ricca di minerali, tra cui ferro, carbone, bauxite, manganese, petrolio e gas naturale) che si nasconde, attira il maschio, padrone della tecnica e guerrafondaio, ma mantiene inalterata ed intatta la sua polarità, respingendolo.
Le due polarità non possono che opporsi l'un l'altra, ma coesistere (a livello politico: Scipione ed Annibale, Johnson e Ho Chi Minh, Reagan e Gorbacev).
Allo stesso modo i pianeti gioviani (e le galassie), sfuggevoli e fluidi, mantengono uguale a se stessa la polarità femminile, in opposizione a quella maschile, di cui ho precedentemente parlato.

Da notare anche, come, considerando l'intero multiverso osservabile (sfera di 90 miliardi di anni-luce di diametro), nel Gruppo Locale, se la spirale della Galassia del Triangolo, rossa e maschile, rappresenta la tesi e se la Galassia di Andromeda, azzurra e femminile, rappresenta la antitesi, la nostra Via Lattea, da latte = corporeità, non può che rappresentare la sintesi, a più infinito, fino ai superammassi.

Inoltre, se il segno vergine rappresenta la femminilità pura (gelsomino bianco di settembre, mercurio liquido) e l'ariete rappresenta la maschilità agente (tulipano nascente d'aprile, ferro del nucleo interno della terra), allora il sagittario non può che rappresentare la sintesi, cioè la nascita del figlio (garofano rosso di dicembre, riproduzione del pettirosso, maturazione dei dolci kaki-mela, stagno plasmabile + rame = bronzo).

Si può dire, quindi, razionalizzando, che:



Superammasso di Shapley : Ammasso dello Scultore : Galassia del Triangolo : Braccio di Perseo : Pianeti terrestri : Stati Uniti : Padre : Elettrone = Vuoto del Bootes : Ammasso della Vergine : Galassia di Andromeda : Braccio Scudo-Croce : Pianeti gioviani : Russia : Madre : Protone = Superammasso locale : Gruppo locale : Via Lattea : Braccio di Orione : Pianeta Terra : Europa : Figlio/a : Neutrone.



L'Europa-Oceania come figlio/a del pianeta:
L' Europa, intesa come figlio/a, ha il suo corrispettivo nell'Oceania, in una simmetria polare per cui entrambi assurgono a tale ruolo, sia per dimensioni e molteplicità di piccoli stati che determinano numerose discontinuità interne (a sud della linea di Wallace l'omogenea polarità orientale cessa di esistere), sia perchè entrambi i continenti, geograficamente, sono "medi tra gli estremi", intendendo per estremi le due polarità principali, ovvero quella occidentale e quella orientale.
L'Italia è figlia femmina, la Germania (prussiana) figlio maschio.

L'essere umano, in generale, risulta sintesi e rotondità tra pianeti gioviani e terrestri, di bracci e galassie e, conseguentemente, di terra (ferro, Fe) ed aria (azoto, N), poichè, a differenza di tutte le altre creature del multiverso, materiali ed immateriali, in lui coesistono la componente terrestre, ovvero il corpo (in generale, i muscoli e le ossa) e quella gioviana, fluida, ovvero l'H20 e l'aria.
Per questo motivo, egli sì deve conoscere l'universo, ma, allo stesso tempo, vivere in eterno sulla terra, poichè, come sosteneva Aristotele, ogni essere vivente deve concordare con il proprio "locus naturalis" e non rinnegarlo, per evitare il proprio declino e perdurare nel suo felice stato.

A proposito del ponte Einstein-Rosen, a mio parere, la galleria gravitazionale, le cui caratteristiche gli scienziati stanno tentando di sistematizzare attraverso formule matematiche, dev'essere intesa come un buco spazio-temporale attraverso il quale l'Essere, per così dire, si ritrae, rivolgendosi su se stesso, in modo tale che, fino al suo imbocco, il tempo viene percepito come sviluppantesi cronologicamente "in avanti", ma, durante l'ipotetico percorso spaziale all'interno del buco, il tempo, al contrario, fa regredire lo spazio verso un suo passato temporale diverso da quello che esso aveva vissuto precedentemente.
Se il Multiverso visibile, dunque, vive il tempo dell'espansione cronologica, il buco nero vive il tempo dell'inversione.

Nicolò Vignatavan - L'ingegneria giuridica militare, civile e dei sistemi edilizi

GIURISPRUDENZA: l'ingegneria giuridica militare, civile e dei sistemi edilizi


Nicolò Vignatavan.



Enunciato:

la Tecnica regia, a mio parere, è l'ingegneria forense, nei settori civile ed edile e nella conoscenza della scienza dei materiali, poichè essa coniuga la tecnica con il diritto, associando l'ingegneria con la giurisprudenza statale e, dunque, esprimendo a pieno il valore del funzionario tecnico (CTP). Nell'età contemporanea, (in particolar modo in Europa), il potere politico è in funzione del potere tecnico-militare e giudiziario (vedasi il Processo di Norimberga): il primo degli ultimi due, in potenza, determina lo sviluppo dell'Essere, mentre il secondo giudica e processa a posteriori gli accadimenti, in ultima istanza.
Questo accade perchè la tecnica si attua come applicazione della potenza scientifica: la capacità economica segue questo fattore di sviluppo e, di conseguenza, la politica si adatta a questi due cardini.
La politica è, a sua volta, in funzione della giurisprudenza, poichè il suo operato è giudicato, a posteriori, da quest'ultima.
Il livello economico, che ha nell'accumulo di denaro il suo centro di gravità, seppur subordinato alla tecnica ed alla giurisprudenza, risulta, a livello passionale, superiore alle prime due, poichè viene messo in gioco lo scenario entro il quale agisce il desiderio umano. Se la passionalità territoriale nella polarità orientale si evidenzia come presenza sulla terra, mentre in quella occidentale come possesso del denaro, allora, la sintesi che contraddistingue lo sfondo europeo risulta essere quella della passionalità territoriale come proprietà di beni materiali ed immobili che hanno nel denaro il loro corrispettivo economico.
Il rapporto essere umano - territorio, a mio parere, è lo sviluppo della forma spaziale della mente umana, e, dunque, implica uno stile della relazione, poichè vi è una dialogicità.

Potere tecnico >= potere giudiziario >= potere economico >= potere politico.

L'ingegneria forense analizza le potenzialità ed i limiti della tecnica, soffermandosi sulla sua attuazione, ma anche sulle cause che precedono il suo operato e sulle finalità che lo seguono.
Essa si interroga sui concetti di bene e giusto associati all'operare tecnico, al rapporto tra schema e parola, tra tecnica e natura, tra movimento della mente e del corpo, tra calcolo e destino.

Se il lavoro, fisicamente, viene inteso come Lavoro = Forza x Spostamento, allora esso, nella vita sociale, non può che essere sviluppato come energia corporea che ogni singolo individuo deve donare alla collettività, in funzione del suo bene e di quello comune. Il lavoro, secondo questa definizione, non può che essere quello sviluppato nelle fabbriche, nelle officine, nei laboratori, od a contatto con il terreno.
Per una finalità energetica, il lavoro ha bisogno, necessariamente, di una Forza iniziale che superi quella di attrito che vincola il possibile spostamento della nostra corporeità: per questo motivo, il lavoro inteso in questi termini è proprio della sfera dell' In-segnamento, di cui ho parlato nell'enunciato precedente.